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Mio figlio è traviato. Io? più di lui


di belliedisponibili
17.05.2018    |    57.395    |    6 9.6
"Mi disse che lui l’amava alla follia, ricambiato..."

Ero in cucina e come al solito stavo preparando la colazione. Lui, a piedi nudi, non l’avevo sentito arrivare, mi cinge con le mani in vita e mi da il buon giorno con qualche casto bacio sul collo.
Stamani è diverso, i baci sul collo sono più prolungati, mi stringe forte a se. Comincia a mancarmi il fiato, dio mio…sento una protuberanza che tenta di superare la resistenza della mia corta e sottile vestaglia estiva. Sotto non ho niente. Sono appena uscita dalla doccia.
Tento, con scarsa convinzione, di sciogliermi da quel dolce abbraccio. Giro la testa di scatto, per provare a dirgli
“cosa stai facendo? Sei ammattito?” Le nostre labbra si sfiorano. Si attacca a me e tenta di baciarmi. Resisto con bocca e denti serrati. Insiste, la sua lingua mi fa violenza, dischiudo leggermente le labbra, mi penetra. Da una parte sono un pezzo di ghiaccio, dall’altra mi sento avvampare.
La sua lingua vince la resistenza delle mie labbra, le dischiudo leggermente. I miei denti rimangono serrati, sono spaventata. Mi prende il labbro e comincia a succhiarlo. Dischiudo leggermente i denti, la sua lingua penetra con violenza nella mia bocca. Mi abbandono, dapprima passiva, poi anche la mia lingua comincia a cercare la sua. Siamo presi entrambi da una furia parossistica, è una guerra di lingue che si cercano, si respingono, si ritrovano.
Le gambe mi stanno cedendo, sono aggrappata a lui. Mi guida dolcemente verso il tavolo della cucina. Va meglio, con il sedere appoggiato al tavolo e lui che mi tiene stretta non temo più di cadere.
La vestaglia si è aperta, lui si allontana per un istante da me e si strappa di dosso la maglietta del pigiama. Mi stringe di nuovo, la mia bocca lo cerca. Si allontana di nuovo, tiene le sue mani sulle mie spalle, mi guarda, il suo sguardo mi trasmette passione e commozione. Ho perso la percezione di me, le mani si muovono in maniera indipendente dal mio cervello, lo tocco sopra i boxer. Lentamente infilo una mano dentro, sento la vita pulsare violentemente, dolcemente glieli sfilo. E’ nudo attaccato a me. Mi fa scivolare la vestaglia dalle spalle. Siamo nudi, ci stringiamo quasi a soffocarci, ci guardiamo, ci ammiriamo. Si allontana ancora da me, mi sembra che goda della mia nudità. Mi guarda in faccia, la voce è tremante e gli occhi arrossati dalla commozione:
-Mamma, aspettavo questo momento da una vita-
-Sì, amore mio, anch’io l’ho desiderato da tanto tempo-
-Sei bellissima-
In una frazione di secondo decido –Carla, ormai è fatta, evita prediche ridicole a tuo uso e consumo, sull’indecenza dell’incesto. Non fare la donnetta e goditi questo momento-
Lo prendo per mano e dolcemente lo conduco verso la mia camera da letto.
–Mamma distenditi, voglio fissare nella mia mente per sempre questo momento- Mi distendo supina, le braccia lungo il corpo. Dopo lunghissimi momenti, mi dice
–Mettiti di fianco- Obbedisco. Poi
–mettiti bocconi- Ancora una volta obbedisco.
–Mamma girati, ti voglio- Mi metto di nuovo supina, questa volta con le gambe leggermente aperte. Si avvicina, si mette su di me e con grande dolcezza mi penetra. Rimaniamo fermi, le nostre bocche incollate una sull’altra. Sto godendo del più bel momento della mia vita. In un secondo, fotogramma dopo fotogramma, passano dalla mia mente gli ultimi 25 anni della mia vita.
Mi chiamo Carla, 47 anni, infelicemente sposata, un figlio Marco di 22 anni. Dicono di me che sono una gran bella donna. Il DNA favorevole, tanta palestra, piscina, centri di bellezza, fanno che, dicono amici e conoscenti, dimostri come minimo 10 anni di meno.
Con Giovanni, mio marito, 10 anni più di me, fu amore a prima vista. Appena laureata ero stata assunta in un grande studio di architettura che mi affidò il compito di seguire una coppia, i genitori di Giovanni, nell’arredamento di un casale in Toscana. Di rientro dall’ultimo sopralluogo durante il quale avevo conosciuto Giovanni, ci fermammo per strada, in un simpatico ristorante con annesse due camere. Da una di quelle due camere uscimmo due giorni dopo.
Un anno dopo eravamo sposati. Agli inizi fu molto bello, Giovanni era subentrato al padre nella gestione di una piccola azienda di abbigliamento. In anni di durissimo lavoro Giovanni ne ha fatto una multinazionale del “pret a porter”.
Quell’ambiente di lavoro richiama il bello, in tutte le sue espressioni. Giovanni è diverso dagli altri capi di azienda del settore: è un etero. Una volta un suo amico, parlando degli appetiti sessuali di Giovanni, disse che era come mettere Dracula a capo dell’Avis.
Sta di fatto che fino a tre, quattro anni fa, il sabato rientrava e una sveltina, per puro senso del dovere, ci scappava. Da qualche tempo a questa parte, eccetto la solita telefonata quotidiana, passano anche mesi senza che metta piedi in casa. Annega i suoi sensi colpa con il denaro. Tra quello che mi ha lasciato la mia famiglia e il mio lavoro potrei vivere molto agiatamente. Il suo denaro copre largamente il superfluo.
Nonostante i consigli degli amici più cari e, devo dire anche di mio figlio, non ho mai preso seriamente in considerazione l’idea del divorzio. Mi sono creata un equilibrio, forse non perfetto, ma comunque positivo. Certo mi manca il sesso con un uomo che amo. Se ne può fare a meno. O sbaglio?
Non mi mancano le occasioni, anche se nel mio ambiente di lavoro e tra i miei amici ormai sono considerata una “santa irraggiungibile”. Porto sempre la fede al dito. In caso di necessità, con un sorriso, indico al malcapitato la mano sinistra….
Mio figlio, Marco, è la ragione della mia vita. Fino alla maturità, ha fatto nuoto agonistico. Dieci anni di vasca e di allenamenti molto intensi gli hanno scolpito il fisico in maniera perfetta. Muscoli lisci non gonfiati dalla palestra ne fanno un modello. L’altezza, 1,82, aiuta, e come se aiuta!
Vivendo praticamente da soli in casa non abbiamo preso abitudini estreme, tuttavia il livello di pudore reciproco è molto basso. Quando nel tardo pomeriggio rientra è facile che io sia in idro, bussa e entra. Si siede sul bordo della vasca e mi racconta la sua giornata. La prima volta, al momento di uscire dalla vasca, rimasi un attimo imbarazzata. Lui con estrema naturalezza prese il mio accappatoio e tenendolo aperto mi invitò ad uscire dalla vasca. Non distolse lo sguardo dalle mie nudità anzi, con molta naturalezza mi disse
–Sei molto bella, mamma- Imbarazzata,
-ma va scemotto, ormai sono una vecchietta-
-Tutte le mie amiche invidiano la tua bellezza e la tua classe-
-Amore, la classe, come dici tu, la si acquista col tempo-
Le nostre conversazioni, a bordo idro, riguardano quasi sempre, la sua attività sessuale verso la quale è stato sempre molto portato. Ricordo, quando ancora faceva agonismo, che tornava a casa dagli allenamenti incavolato perché il suo allenatore lo riprendeva spesso dicendogli che, almeno due giorni prima di una gara importante doveva astenersi. L’ultimo anno risolse brillantemente il problema: aveva un nuovo allenatore, una famosa nuotatrice che a 28 anni aveva smesso l’attività agonistica per dedicarsi all’allenamento. Stufo delle solite prediche, in più fatte da una bella e giovane donna, se la portò a letto. Mi confidò che il giorno prima della gara, la signora, regolarmente sposata, non sentiva ragioni, e godeva i piaceri dell’astinenza.
Rimasi sconvolta un giorno, quando parlando con le solite amiche dei nostri ragazzi, una mi disse
–Carla, ho sentito che il tuo Marco si è messo con la Flavia. Lo sapevi?- Rimasi un attimo sconcertata, Marco mi raccontava tutto e conoscevo bene tutti i suoi amici, pochi, e le amiche, molte, anche perché le avevo sempre in giro per casa.
–Flavia? Marco non ha un’amica di questo nome-
-Certo che no! Non è un’amica, è la mamma di Carole- O cavoli, pensai tra me e me, Carole so che è stata una delle tante ma, la mamma, quel porcone sempre abbigliata in maniera sconveniente, no, questo non lo deve fare. Me la cavai con un poco convinto
–Ma va, sai com’è la gente sempre pronta a creare storie inesistenti-.
Quella sera avremmo fatto i conti! Stessa scena, sono in vasca, bussa, entra e si siede sul bordo della vasca. Il mio “porcellino” si supera. Prima di sedersi si piega su di me e mi da un casto bacio sfiorandomi le labbra. Mi sento sciogliere ma, per una volta devo essere dura.
–Senti Marco, non ti basta l’esercito di ragazze che ti spupazzi regolarmente, devi metterti anche con donne più vecchie di me?- E’ sconcertato, confuso
–mamma perché usi espressioni volgari, io non mi spupazzo ragazze. Giochiamo, con grande rispetto e in piena consapevolezza. Tutto qui-
-Non cambiare discorso, per favore. Ho accettato, con qualche difficoltà, la tua promiscuità sessuale con le tue coetanee. Con una cinquantenne, no! Cazzo, e non dirmi che sono volgare!- Passa un lungo istante, ha gli occhi bassi è imbarazzato.
–Mamma è difficile, non ci riesco-.
- Senti Marco, sono incavolata e quel che è peggio delusa. E’ tutto il giorno che mi arrovello pensando che con la mia arrendevolezza ti ho spinto su una brutta strada… Mi interrompe, alza la voce
– Mamma che cazzo dici.-
- Innanzi tutto non permetterti di usare certe espressioni con me! Sono pur sempre tua madre, cazzo! Degenere ma, tua madre, ricazzo! Voglio sapere tutto, da quanto tempo dura, chi ha cominciato e principalmente perché, perché lei.- Silenzio interminabile. Poi finalmente
- Mamma io ti amo, mi sento un verme, non farei mai niente che ti possa ferire. Evidentemente ho sbagliato. D’accordo ti racconto tutto ma, per cortesia non interrompermi. E’ imbarazzante da morire, per farti capire dovrò essere crudo e duro. Ti farò ancora male…..- Ha gli occhi rossi. Non parlo, forse ho esagerato.
–Sai che vado in piscina la mattina presto, non c’è quasi nessuno e ho le corsie libere per nuotare come mi pare. Tre mesi fa circa uscendo dagli spogliatoi maschili incontro questa signora, costume nero intero molto succinto. Non la riconosco, mi avvio verso la vasca quando lei mi chiama
–Ciao Marco, come va?- Rimango un attimo sconcertato, la guardo e ..
-Mi scusi Signora non l’avevo riconosciuta-
-Certo alle vecchie Signore si da del Lei…-
-Ma si figuri- la guardo sfrontatamente e
–Cosa dice, lei farebbe impallidire una trentenne, è per questo che non l’avevo riconosciuta, dimostra 10 anni di meno dei suoi- Non l’interrompo ma, penso ammirata che mio figlio è un gran figlio di puttana, per forza che tutte gli cadono tra le braccia! Lui sa perfettamente che la troia ha 50 anni ma, dicendole che sembra una trentenne e dimostra 10 anni di meno è come dire che in effetti ne ha 40. Immagino che la vecchia troia si sia bagnata…prima di entrare in acqua.
–La cosa finisce lì. Entro in vasca e comincio a nuotare dopo un paio di chilometri a stile libero, tiro il fiato mettendomi a morto, prima di cominciare il mio chilometro a dorso. Mi si avvicina silenziosa e mi fa
-Invidio il tuo morto, non deve essere difficile ma, non sono mai riuscita a farlo.- Si sdraia sul dorso, ma le gambe cadono sott’acqua.
-Marco dove sbaglio?- Mi sdraio accanto a lei e gli faccio vedere
–Vede signora…
-Dai chiamami Lory-
-Vedi Lory, sono tre le parti che affiorano dall’acqua, la punta del naso, la punta dei piedi, e nel caso di un uomo, la punta del pisello—
-Beh quest’ultima parte nel tuo caso mi pare esca abbondantemente…-
- Nel caso di una donna, a parte il naso e i piedi forse dovrebbero star fuori i capezzoli-Ci prova ma, le gambe tendono ad andare a fondo
.—Aiutami ti prego-
-Beh anche i tuoi capezzoli stanno fuori bene, è il bacino che non va.- Mi avvicino, le metto una mano sotto il sedere e glielo sollevo. Ecco è cominciata così—
-Marco, ti ho pregato di dirmi tutto, non prendermi in giro-
—Mamma è difficile….-Lo guardo negli occhi, dura
-Va bene l’hai voluto tu. Sì le ho messo la mano sotto il sedere, la mano piano piano è entrata sotto il costume, galleggiava divinamente. Così divinamente che con la sinistra mi è entrata anche lei sotto il costume e ha cominciato a toccarmi… a toccarmi…le palle.- Dopo un attimo le ho detto che mi sarebbe piaciuto proseguire la lezione da altra parte.
–Benissimo seguimi a casa. Magari là, sarò io la maestra. Così è stato.-
-Così cosa, siete andati a casa, o ti ha fatto da maestra, o tutte e due?-
-Tutto. Appena arrivato a casa, saranno state le 9, mi rendo conto che era tutto preparato. La camera, dove quasi mi spinge a forza, era perfettamente in ordine, di prima mattina. Sul tavolo ardeva una candela che emanava uno stordente profumo. Appena entrati le dico
–Vado un attimo in bagno a togliermi i cloro di dosso-
-Ma neanche per idea. Ti lavo io- Sono rimasto un attimo interdetto, poi mi distende sul letto e comincia a leccarmi e a baciarmi dappertutto ma, in particolare dove puoi immaginare- Si ferma, capisco che adesso viene una parte scabrosa.
–Forza e non mentire- Un attimo di pausa
– Mi ha fatto mettere bocconi con il bacino leggermente rialzato e ha cominciato a tirar via il cloro anche da lì- Si ferma ancora, faccio la domanda, anche se temo la risposta
–Da lì dove?-
-Mamma, dai hai capito perfettamente- Pausa, siamo entrambi imbarazzati. Prende coraggio –
-Sì, hai capito benissimo dal buchino…- Pausa. Prende fiato, mi sembra rinfrancato
–Sì, probabilmente era molto bagnato perché ci ha messo un’eternità a ripulirmi. Poi dopo una decina di minuti di quel lavoro, ha detto che doveva verificare con il dito, è stata un’operazione molto lunga e, cazzo l’hai voluto tu, molto bella. Ho dovuto trattenermi altrimenti….Sì devo dire che la “ eliminazione del cloro” mi è piaciuta molto-
Sono senza parole, quella troia ha leccato il …..ha leccato il…., anche nella mente non riesco a pronunciare quella parola. Mi riprendo
–e poi?-
-Mi ha detto che sicuramente non avrei voluto fare sesso con una donna che “sapeva” di cloro. Quindi le ho reso il servizio-
-Vuoi dire che….vuoi dire che…-
-Sì mamma, l’ho ripulita ben bene, solo che per la verifica che fosse ben pulita ho usato quattro dita davanti e tre dietro. Anzi ti dirò che essendo molto ma, molto multiorgasmica, durante l’operazione è venuta un paio di volte. Senti mamma, non è che ti posso raccontare tutto quello che abbiamo fatto in 3 mesi, tra l’altro ci vediamo due volte la settimana, non ricordo neanche i particolari.-
–Non voglio i particolari, ne rimarrei schifata, voglio sapere perché proprio lei.- Mi guarda e sorride, ormai è tornato padrone di se.
–Perché è una bella donna, una grande amante che mi ha fatto scoprire cose che nemmeno pensavo esistessero, cose che non si vedono nemmeno nei film porno.-
-E no, a questo punto devo sapere.-
-Come vuoi, una cosa che ama molto è il fisting, non interrompermi, te lo spiego. Le metto una mano dentro, davanti. Certo comincio con due dita, poi tre. Il penultimo stadio è con quattro dita, mentre con il pollice le accarezzo il clitoride. Poi l’esplosione finale, con tutta la mano dentro, delicatamente apro le dita e le accarezzo le pareti vaginali che utilizzando solo il “coso” non verrebbero mai sfiorate. Lei è scossa da un godimento devastante che dura un’eternità. La prima volta che l’abbiamo fatto mi sono spaventato, dopo 10 minuti di urla e convulsioni è come svenuta, poi si è ripresa-.
Sono letteralmente indignata, o meglio il cervello è indignato, perché comincio a sentire in mezzo alle gambe un dolce formicolio. Lotto contro questa sensazione senza successo, mi sto bagnando.
–Ma quello che ama di più è il sesso anale, le piace da matti. Dice che una volta provato quello, l’orgasmo vaginale è roba da educande. Devo dire che è vero. Ti ricordi qualche settimana fa tu e zia Jenny avete fatto una settimana di vacanza (certo che mi ricordo furbetto, ma Milena la nostra colf al mio ritorno mi ha detto che eri stato molto calmo, solo l’ultimo giorno ti sei portato una a letto a casa. Lui non sa che Milena su mie rigide istruzioni, lo controlla.)
-Eri appena partita che ho invitato Barbara a dormire da noi. Con un’aria triste ed abbattuta mi ha confidato che non poteva perché aveva il ciclo.
- E che problema è- le risposi. Detto fatto eravamo a casa. Con molta dolcezza le ho spiegato che la natura aveva dotato la donna di più alternative e che una donna e un uomo intelligenti le avrebbero dovuto utilizzare. Quella sera, l’ho iniziata ai piaceri del sesso anale. Il pomeriggio dopo mi ha chiamato per dirmi che doveva assolutamente vedermi. Così come la sera dopo e per tutta la settimana. L’ultimo giorno, ormai libera dal ciclo, abbiamo fatto sesso tradizionale solo come preliminare. Ecco una donna, cui voglio bene, che ha scoperto una parte importante grazie a quello che mi ha insegnato la troia, come la definisci tu. A proposito, mamma, non mi piace che ti riferisca a lei con quel termine-.
-Ma come è potuto succedere se Mi….- Gaffe, presa dall’ira, mi sono lasciato andare e per un pelo non ho fatto il nome di Milena.
-Ma dai, mamma, non penserai mica che non mi sia accorto che mi hai messo alle costole Milena- Diventai rossa dalla vergogna, lui, il mio amatissimo figlio di puttana, si chinò verso di me e mi diede un casto (?) bacino sulle labbra. Superato il momento di sconforto, ritornai all’attacco.
–E quindi?-
-Semplice, usavamo il tuo letto-
—Brutto porco…-
-Ma via, se si decide di fare una cosa, anche tu dovresti essere contenta che…-
-Che tu profani il “mio” letto con le tue porcate anali?-
—Se invece di essere anali fossero state di altro tipo, sarebbe cambiato qualcosa?. Il tuo bambino, assieme alla sua amica sabato sera, ha messo in lavatrice le lenzuola, domenica mattina Barbara le ha stirate e ti abbiamo lasciato la camera meglio di come l’avevi lasciata. Sabato notte abbiamo dormito nel mio letto ma, dopo 5 giorni di sesso nel tuo non ce la facevamo più e abbiamo combinato ben poco, giusto una sveltina di saluto la domenica mattina. Te l’ha detto Milena?-
-Sei un gran porco, ma non confondermi con le parole, torniamo al punto, torniamo alla “signora”-
-Che vuoi sapere ancora?- Mi sembra assolutamente padrone della situazione, mi sembra che sia lui, ora a voler raccontare.
–Va bene, ti racconto come va a finire il gioco. Ad un certo punto mi fa distendere supino sul letto, lei si siede su me, sì hai capito bene se lo infila dentro e si distende su di me. Io comincio a strizzarle i capezzoli, intanto che lei si dimena su di me. Dopo un attimo prende un vibratore, che ha sempre a portata di mano e se lo infila davanti. La vibrazione carezza il mio….senti mamma, non riesco a usare circonlocuzioni ipocrite, perché altrimenti ne saresti turbata, per cui se vuoi che vada avanti sappi che il cazzo si chiama cazzo, la figa si chiama figa eccetera. Per cui sì, si mette il vibratore in figa e comincia a urlare. Io godo come un pazzo anche perché il vibratore mi massaggia la cappella.-
Sono sconvolta, è proprio vero che al peggio non c’è limite. Dopo un lungo silenzio ho forza di fargli ancora una domanda
–Ma suo marito, perché lei ha un marito vero?, non si è ancora accorto di niente?- Questa volta è il suo turno ad abbassare gli occhi e ad essere imbarazzato.
–Sarà stata la terza volta che ci vedevamo quando anch’io le faccio la stessa domanda tuo marito, quanto tempo ci metterà a scoprire la tresca? Guardandomi dritta negli occhi e senza un’ombra di imbarazzo mi dice che suo marito è consenziente, fin dall’inizio era al corrente. Anzi il mio adescamento in piscina lo avevano messo a punto assieme. Ne rimasi sconvolto, d’istinto mi alzai da letto e cominciai a vestirmi. Poi la curiosità intellettuale prese il sopravvento e le chiesi di spiegarmi. Mi disse che lui l’amava alla follia, ricambiato. Solo che era un uomo “cuck” un uomo cioè, che gode vedendo godere la sua donna tra le braccia di un altro. Mi aggiunse che la sera gli raccontava tutto. Alla fine aggiunse che il loro desiderio più profondo sarebbe stato consentirgli di assistere alle nostre performance sessuali. Ero letteralmente sconvolto, per la prima volta il mio fedele ”amico” mi aveva abbandonato. Fu molto dolce, mi disse che un amante come me non l’aveva mai conosciuto, ecco perché il marito voleva assistere.
Prima di venir via le dissi che ero d’accordo. Mi salutò con le lacrime agli occhi. Due giorni dopo, alle 8,30 di mattina sono puntuale come sempre, suono. Mi viene ad aprire lui. Un’energica stretta di mano e un grazie che mi è sembrato spontaneo. Mi offre un caffè dicendomi che moglie si sta facendo bella per noi. Dire che sono agitato è poco. Il cuore sembra che voglia saltar fuori dal mio petto. Lui è sereno e rilassato. Arriva lei, ha un negligè trasparente aperto davanti, un reggiseno a balconcino, un perizoma che più che coprire esalta la sua bellezza. Mi si avvicina e mi bacia come mai. Un bacio profondo e lascivo. Con la coda dell’occhio lo sbircio, è lo specchio della beatitudine. Ormai sono tornato me stesso. Ragazzi volete vedere uno bravo? Bene supererò me stesso. In effetti facemmo sesso in maniera travolgente con una passione mai conosciuta prima. Ogni tanto gettavo uno sguardo sulla sedia dove si è seduto. E’ nudo e si sta masturbando. Finalmente lei ed io veniamo assieme. Sarà stata la situazione, sarà stato il mio impegno particolare, sta di fatto che non smettevo di venire. Dopo un attimo lei si allontana da me, eravamo nella sua posizione preferita, io sotto con il mio affare tutto dentro nel suo culo. Si accovaccia davanti a me e fa
–Amore, ti prego, non perdere nemmeno una goccia del nettare di Marco. La mia sbora comincia lentamente a uscire dal suo culo, lui la lappa avidamente e con la bocca piena la bacia. Lui è scosso da un fremito profondo, si controlla, si vede, ma ad un certo punto si mette ad urlare “amore ti amo, ti amo, ti amo….” E le viene in faccia. Ormai non esce più niente, mi prende per mano e mi trascina in bagno. Si mette a pecorina nella vasca idro, lui sotto.
–Marco facci un ultimo regalo, ripuliscici- Per così poco, penso, faccio per prendere in mano la doccia, quando mi fa
–Sciocchino cosa fai, pisciami prima sul culo, poi sulla figa poi sul viso. Lui cercherà di non perderne nemmeno una goccia.
Ecco perché, pensai tra me e me, per la prima volta sul comodino c’era una bottiglia d’acqua e lei durante le due ore dei nostri giochi continuava ad incitarmi perché bevessi. Non mi faccio pregare due volte e li ripulisco ben bene.
Una rapida doccia, la vasca era inagibile, tutti e tre assieme, poi in cucina dove, non me ne ero accorto, è imbandita la tavola con una ricchissima colazione.
Da allora questo rituale si compie regolarmente una volta la settimana-.

-Ecco mamma, ti ho detto tutto, anzi quasi tutto. Quel che manca, oggi non te lo dico neanche sotto tortura. Sono felice che tu mi abbia praticamente violentato per sapere. Mi sono tolto un peso. L’unica persona che conta per me, a parte la zia Jenny, sei tu. Io amo solo te, se tu vuoi, se la cosa ti crea dolore, interrompo tutto e subito. Pensaci e parlane con la zia. Poi farò quello che tu vorrai.-
Sono letteralmente sconvolta, esco dalla vasca. Sono così confusa che con le mani mi tiro via la schiuma di dosso. Sono completamente nuda davanti a lui. Mi porge l’accappatoio indugiando un attimo
–Mamma, sei bellissima, la più bella- Finalmente mi aiuta ad indossare l’accappatoio. Me lo stringo in vita e lui per la prima volta mi massaggia le spalle per asciugarmi. Poi mi gira e ripete la stessa operazione davanti. Mi sembra che per asciugarmi meglio indugi un attimo di troppo sul seno. Per fortuna che la spugna dell’accappatoi non gli consente di percepire quanto siano duri i capezzoli.
-Mamma, fatti bella per me, per il tuo bambino. Io intanto preparo la cena-.

FINE PRIMA PARTE




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